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Le ragazze che ci sanno fare con le STEM…e

le loro famiglie

Qualche settimana fa parlavamo delle “Ragazze che ci sanno fare con le STEM”, anche quando gli stereotipi di genere considerano la tecnologia, l’ingegneria, la matematica e la scienza roba per soli maschi.

Oggi ci domandiamo in che modo l’appoggio della famiglia possa aiutare nella rottura di questi stereotipi e nella scelta di percorsi accademici incentrati su materie STEM.

La ricerca ‘Cosa farò da grande?’, firmata Valore D e Ipsos, aveva già in parte risposto a questa domanda. Lo studio analizza infatti le aspirazioni professionali di 49 maschi e 51 femmine tra gli 11 e i 14 anni tra la prima, seconda o terza media in scuole sparse su tutto il territorio italiano.

I genitori, mette in evidenza la ricerca, esprimono visioni più o meno stereotipate rispetto ai ruoli di donne e uomini nel mondo del lavoro, e lo fanno anche quando si parla delle loro figlie. Da un lato, un genitore su due ritiene che sia più facile per un maschio fare carriera e che tocchi alle figlie occuparsi della famiglia (quasi 80%), dall’altro lo stesso campione (40%) riconosce che le ragazze siano più brave a scuola e che non a caso abbiano voti migliori. Ciononostante, le materie scientifiche rimangono appannaggio dei soli maschi, mentre le ragazze sono più brave nelle discipline umanistiche.

Che cos’hanno detto in proposito le studentesse del NecstLab intervistate da Donna Moderna e di cui già avevamo parlato qui? Come la scorsa volta, con i loro racconti ci hanno riempito di ottimismo e ci hanno fatto capire che il supporto di mamma e papà è importantissimo per portare avanti i nostri interessi.

 

Irene Fidone

«I miei genitori nell’educare noi figli non si sono lasciati intaccare dai pregiudizi, il loro messaggio è stato “scegli ciò che ti piace”: io, la femmina, ho scelto Ingegneria, mentre mio fratello, il maschio, Scienze della Formazione Primaria. Nel mio percorso fin qui, poi, è stata cruciale una professoressa del liceo che ha saputo esaltare le mie attitudini scientifiche: mi consigliava seminari a cui partecipare e mi ha messo in mano il libro dei test per l’ingresso al Politecnico»

 

Giulia Guidi

«Mio padre mi ha cresciuta con una consapevolezza: essere donna non deve mai essere un freno. L’unica cosa che mi frena nella vita è la noia perché in tutto ciò che faccio metto tanto entusiasmo. Essere donna, invece, non è mai stato un limite più o meno inconscio perché la mia famiglia mi ha insegnato a scegliere con grande libertà»

 

Fabiola Casasopra

«In famiglia mi hanno sempre incoraggiata a scegliere quello che mi piaceva e da piccola giocavo sia con le bambole sia con il Game Boy. La decisione di fare Ingegneria è stata trainata dalla passione per la tecnologia e le materie scientifiche. Prima di iscrivermi ho partecipato all’open day del Politecnico e incontrare le ragazze che già lo frequentavano è stato rassicurante».


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